Il personale è politico
a cura di Silvia Garzia (Fuck Normality Festival)
realizzato insieme a Benedetta Sava, Francesca Conversano, Sebastiano Mura, Sofia Gorgoni, Sofia Meleleo
“Il personale è politico”, diceva Carol Hanisch nel 1970, e oggi come ieri questa frase è rappresentativa di un importante significato, quello che vede nella sfera privata, degli affetti, della sessualità, delle scelte intime, lo slancio necessario per assumere finalmente il rilievo che merita nella sfera pubblica.
Per esprimere il personale ci sarebbero molteplici modalità e ciascuna troverebbe nel suo interlocutore, l’espressione più giusta, ma non potremo mai esimerci dal non considerare alcuni strumenti obbligatori, come ad esempio i corpi.
Il corpo politico esplora implicazioni poetiche e relazionali e tutte le manifestazioni della diversità.
Il corpo che è musica, la musica che è corpo.
La musica passa attraverso il corpo e il corpo passa attraverso la musica rendendola strumento, così l’esperienza musicale diviene affermazione della propria identità, individuale e collettiva.
Attraverso la musica affermiamo le nostre moltitudini e sviluppiamo un senso di appartenenza, caricando di un valore profondo e simbolico le attività sociali.
La musica, il far musica, il vivere la musica, è un’attività che ci accomuna a qualcuno e ci separa da qualcun altro ed è qui che l’identità si trasforma in un sogno, il sogno di esprimersi liberamente, il sogno di vivere determinando i propri bisogni, ostentando o accogliendo elementi della società che ci circonda.
La musica ci fa vivere l’esperienza del sogno, quello dell’affermazione di noi stessi, dell’espressione massima della nostra individualità, di una rivoluzione politica, etica e sociale.
La musica dialoga con le nostre emozioni più profonde, generando desideri, generando i nostri sogni. Tenendo ben saldi dentro di noi questi concetti, abbiamo deciso di scavare nel profondo universo che si cela dentro l’ispirazione dell’artista.
Abbiamo quindi selezionato tre artist* che rappresentassero pienamente nel loro lavoro e nella loro poetica tre parole chiave, quelle che hanno accompagnato tutta la nostra riflessione: Corpi, Sogni, Identità.
Rispondendo a questa chiamata, abbiamo generato un dialogo interno e ne abbiamo immaginato uno con ciascuno di loro.
Abbiamo quindi deciso di porre loro delle domande che lasciassero molta libertà di interpretazione, augurandoci di ottenere risposte sentite che ci aiutassero a meglio comprendere alcune loro scelte artistiche e professionali.
Per esprimere il personale ci sarebbero molteplici modalità e ciascuna troverebbe nel suo interlocutore, l’espressione più giusta, ma non potremo mai esimerci dal non considerare alcuni strumenti obbligatori, come ad esempio i corpi.
Il corpo politico esplora implicazioni poetiche e relazionali e tutte le manifestazioni della diversità.
Il corpo che è musica, la musica che è corpo.
La musica passa attraverso il corpo e il corpo passa attraverso la musica rendendola strumento, così l’esperienza musicale diviene affermazione della propria identità, individuale e collettiva.
Attraverso la musica affermiamo le nostre moltitudini e sviluppiamo un senso di appartenenza, caricando di un valore profondo e simbolico le attività sociali.
La musica, il far musica, il vivere la musica, è un’attività che ci accomuna a qualcuno e ci separa da qualcun altro ed è qui che l’identità si trasforma in un sogno, il sogno di esprimersi liberamente, il sogno di vivere determinando i propri bisogni, ostentando o accogliendo elementi della società che ci circonda.
La musica ci fa vivere l’esperienza del sogno, quello dell’affermazione di noi stessi, dell’espressione massima della nostra individualità, di una rivoluzione politica, etica e sociale.
La musica dialoga con le nostre emozioni più profonde, generando desideri, generando i nostri sogni. Tenendo ben saldi dentro di noi questi concetti, abbiamo deciso di scavare nel profondo universo che si cela dentro l’ispirazione dell’artista.
Abbiamo quindi selezionato tre artist* che rappresentassero pienamente nel loro lavoro e nella loro poetica tre parole chiave, quelle che hanno accompagnato tutta la nostra riflessione: Corpi, Sogni, Identità.
Rispondendo a questa chiamata, abbiamo generato un dialogo interno e ne abbiamo immaginato uno con ciascuno di loro.
Abbiamo quindi deciso di porre loro delle domande che lasciassero molta libertà di interpretazione, augurandoci di ottenere risposte sentite che ci aiutassero a meglio comprendere alcune loro scelte artistiche e professionali.